Zazie a casa dei Bicci

C’è voluto qualche mese, ma alla fine i 15 minuti a piedi che separano casa di Zazie da casa mia sono stati colmati. Due orride pennette coi pomidoretti che levete (gentile lei a non tirarmeli in faccia: “no no, io di solito infatti mangio sciapo”, “bis? (groan) beh, grazie ma non mangio mai molto”).

Pennette a parte, le due orette scivolano via cianciando del meno e del molto meno (lavoro), e del più e del piuissimo (vorrei fare, c’avrei un’idea, famo un film, c’ho un amico et similia). E poi le adolescenze inquiete, il paesotto e la piazza, questi giovani poco curiosi, i tre dischi in vinile nella sua borsa, e Stirato, etc. etc.

Ma il tepore di quell’intrusione di primavera giù dritto dritto nel mese più freddo dall’era glaciale in poi ci invita a passeggiare da casa al cancello di casa (250 mt a piedi, piede più piede meno), un saluto veloce e riparte a piedi prima verso casa e poi verso la stazione.

Next time la balotta!

1 Comment

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  1. guarda che non facevo i complimenti. io davvero mangio senza sale e poco. la pasta era fantastica almeno quanto la compagnia:)

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