Insomma, a margine di una giornata stancante quanto poco produttiva, come molte delle mie giornate di queste ultime settimane, mi metto a leggere le specifiche di XML Topic Maps (XTM) 1.0, ovvero “a model and grammar for representing the structure of information resources used to define topics, and the associations (relationships) between topics”. Ed è lì che un pensiero (anzi due) mi si formano nella mente.

In questi ultimi due anni sono nati talmente tanti linguaggi, metalinguaggi, specifiche, grammatiche, da risolvere potenzialmente il 99% dei problemi di intercomunicazione fra esseri umani. Dico potenzialmente, perchè molto di tutto ciò sembra ancora faticare a trovare spazio nel mondo reale, a partire proprio dagli stessi addetti ai lavori: basti pensare a quanti ancora si ostinano a non sforzarsi di fare siti validi abbracciando standard consolidati.Ma poi il secondo pensiero, forse un po’ mistico.E se l’XML (e derivati) fosse il contraltare dell’ entropia?Entropia: Un qualsiasi sistema fisico, mano a mano che passa il tempo, tende ad aumentare il suo grado di disordine. Tra milioni e milioni di anni, tutto ciò che oggi è ordinato si sarà consumato, diventerà disordinato. Tutte le stelle che vedi finiranno per esaurirsi. Tutta la materia di cui sono composte sarà sparsa per l’ universo. L’entropia non si può invrìertire a meno che non si spenda più energia di quanta non si riesce a ricreare. In altre posso riordinare un sistema, ma l’energia che devo usare per farlo sarà superiore a quella che riuscirò a estrarre di nuovo dal sistema. [fonte anonima] Già, tutto ciò prima dell’XML. In realtà, infatti, tutte le cosiddette grammatiche basate su XML sono proposte da vari sviluppatori sparsi su tutto il pianeta, ricevendo spesso contributi tecnici da varie fonti secondo l’ormai consolidato modello Open Source. Via via che nuove grammatiche nascono, si tende a sistematizzare la conoscienza umana secondo un modello evolutivo direi darwiniano. Cosa intendo dire? Che il processo avviene comunque, anche solo se stiamo a guardare. Chiaramente esistono interessi industriali che per ora non sono minacciati ma che prima o poi potrebbero esserlo; alcune strutture possiedono un potere in grado anche di fermare processi apparentemente irreversibili. Ma come la corsa verso il WWW ha travolto tutto il pianeta (compreso il buon vecchio Bill che nel ’95 sperava ancora di fare concorrenza al World Wide Web col suo MSN, chi se la ricorda l’iconcina sul desktop di Windows 95?), allo stesso modo il web semantico rischia chiaramente di abbandonare il browser per finire nelle nostre enciclopedie, forni elettrici, librerie preferite, scuola e università (Moratti permettendo…) e via andare.Un pensiero mistico? Può darsi.