Cari tutti, me ne parto con moglie e amici in direzione Puglia (Gallipoli, Km più Km meno). Ci voleva, credo. Ci voleva perchè devo tracciare una riga netta fra il prima e il dopo, ci voleva perchè ho bisogno di ricaricarmi, di rilassarmi, di riposarmi… di cambiare aria, di respirare aria, più che altro… Ci sono molte cose in ballo, il futuro è tutto aperto e per questo eccitante di default. Ma ora non saprei cogliere spunti o input nemmeno se me li portassero su un piatto d’argento. Troppa confusione, troppi rancori, troppa gente impegnata a difendere i propri 2 mq di vita per non rischiare di fare altrettanto. Ma non posso cadere in questo gioco, io che ho fatto del miglioramento personale e dell’apertura mentale i miei punti di principio di tutta un esistenza. Però succede che si finisca schiavi dei luoghi comuni delle cosiddette “inculturazioni coatte” che fa tanto fetish ma credo che il mio nuovo amico Giuseppe detto Gatto capirebbe di cosa sto parlando… Avete presente, no? Quei luoghi geografici isolati senza ricambio culturale in cui i punti di vista sono una variazione sul tema di un ristagnante cappotto rivoltato… si rischia di respirare la stessa anidride carbonica che si espira, e questo è male. Perchè poi si smette di fare i S. Franceschi e si comincia a rispondere a tono, che poi è la trappola tipica di queste situazioni da pollaio. Quando poi sei circondato da queste situazioni dovunque ti giri, capisci che è ora di rivolgere il tuo sguardo altrove. E allora lascio quelle due o tre isole che frequento e vado ad inseguire un luogo della mente, che non sarà l’Islanda dei miei sogni o la sempre fertile S. Francisco, ma è pur sempre luogo dai vasti orizzonti, ottima cura contro la claustrofobia del cuore.Se qualcuno dovesse passare da quelle parti tra domani e il 28 Luglio, mi mandi pure una mail (perchè il lupobiccio perde il pelo ma non il vizio ;). Io comunque il blog non lo chiudo, perchè hai visto mai mi scappa un post.