Ci sono momenti in cui si fatica, perchè i mattoni da portare sulla schiena pesano ogni giorno di più. Alcuni sono taglienti perchè scheggiati dall’idiozia o dalla cattiveria umana, altri si adattano alla forma delle nostre spalle perchè non può davvero piovere per sempre. E in questo gesto reiterato la nostra vita è una continua ricerca di senso, che fa i conti con ciò che siamo stati, ciò che siamo, e ciò che vorremmo essere.
Alcuni hanno vissuto per trent’anni lo stesso giorno, sono le persone senza storia e senza consapevolezza, che sopravvivono a se stesse aspettando la morte (che sarà un giorno come tutti gli altri). Altri hanno avuto la fortuna (o la sfortuna) di vivere sette vite in trent’anni, e ora sono molto soddisfatti o molto insoddisfatti. Altri hanno inseguito un unico obiettivo per tutta la loro vita, e possono esserci riusciti oppure no (e possono esserne contenti oppure no). E altri ancora hanno cercato di vivere ciò che cadeva sotto i loro sensi, compiendo un numero imprecisato di errori, e dando ogni tanto una spinta alla fortuna. nel tentativo di raddrizzare percorsi caotici, ma senza costruire strade di cemento per arrivare prima (a che cosa, poi?).
Cara pizietta, alcune persone una volta mi hanno insegnato che la cosa più importante non è disporre le cose nel modo giusto, ne disporle a casaccio. Le cose si dispongono secondo un disegno niente affatto divino ne’ tantomeno umano, ma semplicemente complicato per le nostre povere menti inesperte e imperfette. Tutto ciò che possiamo fare è osservare e cercare di capire, muovendo ogni tanto di pochi centimetri alcune di queste cose, come in una gigantesca partita a scacchi con settemila pezzi diversi e dodici milioni e duecentocinquantamila caselle bianche e nere. E non ci sono segreti, non ci sono scorciatoie. E’ il software della nostra vita ad essere globalizzato, non il kernel; i segni e i simulacri che incrociamo nel nostro cammino occidentale affamato di senso possono essere perdite di tempo o giocattoli divertenti, dipende solo da te.
Ma la sostanza è la capacità di fare snowboard fra luoghi comuni, stati d’animo, sensazioni, ragionamenti, parole, ricordi… in fondo la vita è un rompicapo ungherese, e vince solo chi capisce il meccanismo (beato lui). Ma l’importante è non arrivare alla fine del gioco senza aver fatto neanche una mossa. Pensa che peccato.
1 Pingback