Come molti sanno, Barbara, che scrive un bellissimo blog da me scoperto purtroppo solo ora (nonostante sia ben longevo), il 13 settembre ha vissuto una spiacevole vicenda di discriminazione alla Carrefour di Assago. Il suo post di denuncia ha fatto il giro della rete, e la massa critica dei commenti negativi ha spinto l’azienda ad entrare in contatto con Barbara per porgere le scuse, e rimediare per quanto possibile individuando i “colpevoli” della brutta vicenda. Questa vicenda a mio parere ci insegna due cose:
- Nonostante la blogosfera sia tutt’altro che il tg1 e non più che una nicchia della nicchia, aziende illuminate come la Carrefour sono evidentemente molto attente alla rete e ai suoi effetti di “reflecting” e di “valanga” che possono trasformare una vicenda isolata in un caso gigantesco. Fosse anche soltanto per estinguere fiammelle prima che diventino incendi, l’azienda è in ascolto.
- I temi che raggiungono la massa critica necessaria per il livello di ascolto vengono naturalmente depurati da una responsabilità diffusa e sufficientemente metabolizzata: il sesto potere non è come gli altri, perchè esso, al suo interno, possiede una serie di meccanismi di controllo intrinseci, che lo rendono un meccanismo democratico per definizione.
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