Rientro in rete dopo una giornata totalmente analogica, e scopro da Luca De Biase che Google sta lanciando una sorta di enciclopedia basata su pareri esperti (e remunerati) che si chiamerà Knol (=unit of knowledge). Un modello simile a Wikipedia, ma con la notevole differenza data dalla firma dell’autore, e dalla concorrenzialità tra gli stessi (“for many topics, there will likely be competing knols on the same subject. Competition of ideas is a good thing.“).
Leggo in giro pareri poco inclini a giudicare positivamente l’iniziativa, o quanto meno a considerarla come killer di wikipedia (vedi blgosfere.cultura, Quintarelli) oppure pareri entusiasti (Web e Conoscenza). Io credo che, col classico senno di poi, ci si poteva aspettare una mossa del genere da BigG, e mi aspetto anche un grande successo da questo prodotto. E credo sia anche una buona cosa.
Il successo di modelli di business basati su sistemi che raggiungono il non facile risultato di far girare soldi intorno a strumenti di informazione e conoscenza condivisa, è molto importante per il futuro della rete, ed è la dimostrazione che i social media hanno completamente staccato la vecchia dinamica di comunicazione one-to-many. Se i nostri quotidiani online, o i siti politici, imparassero la lezione, faremmo un grande e deciso passo avanti.
Chiaro, come tutti i sistemi che dipendono dagli abitanti della rete, va da sè che molto del valore collettivo di Knol dipenderà dall’uso che se ne farà. Ma l’idea in sè che qualcuno con un nome e un cognome possa spiegarmi una cosa che non so mi pare molto positivo.