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Un pallone di stracci, il profumo del caffè.

Sono un appassionato di calcio. Romano, e romanista cresciuto a Testaccio, figlio e nipote di gente che il calcio l’ha vissuto con la palla di stracci e l’appartenenza di quartiere. Sono storie che ormai non esistono più se non nel cuore di chi, come me, si commuove ancora a ricordare il sorriso del nonno la domenica pomeriggio, il profumo del caffè, gli sfottò con i laziali. Per me, come per molti altri, il calcio è ancora questo: calore, fratellanza, sorrisi, gioco, emozione. E sarà così per sempre, perchè è la mia storia, è casa mia, e sono cose che si possono condividere solamente con chi può e vuole capirle, inutile tentare con chi non sa, non c’era, ha altri ricordi e altre immagini nel cuore.

Tutto questo, purtroppo, ha solo marginalmente a che fare con ciò che è il calcio oggi, un cancro che non puoi estirpare da dentro perchè uccideresti con esso anche parte di ciò che sei. Per questo non faccio parte di quanti getterebbero via il bambino con l’acqua sporca, non faccio parte di quanti considerano “il calcio” tout cort come vero e complessivo problema. No, è inutile girarci intorno, finchè verrà concesso alle società di accettare questo comportamento da parte dei tifosi per paura di inimicarsi la loro fonte primaria di introito, il problema non si risolverà mai. Che il governo e il parlamento costringano le società a pagare pesantissime multe ogni singola volta che una testa di cazzo ultrà crea il benchè minimo problema alla civile convivenza. Lasciamo stare l’abolizione delle trasferte, la chiusura degli stadi, la sospensione del campionato. Multe PESANTISSIME any given sunday. A forza di menare una badilata sulla testa delle società ogni singola volta, il problema si risolverà. E finalmente potremo tornare a vivere il calcio per quello che è, e che nei miei occhi è sempre stato.

Una festa in famiglia. Una tazzina di caffè. Il mio quartiere. Mio nonno.

Il clima di Roma e dell’Italia

Le avvisaglie le avevamo avute la sera del trionfo di Alemanno, quando una gran folla di scalmanati si riversava nelle strade del centro e sotto il Campidoglio inneggiando alla presa della città. Ma un po’ di sana lucidità mentale ci avrebbe consentito di vedere e capire ben prima, quando furbi populisti cavalcavano sonoramente fatti di cronaca per dipingere (e di conseguenza creare) uno scenario di terrore e paranoia. Come ampiamente prevedibile, il clima costruito ad arte sta cominciando a dare i suoi frutti, e un certo numero di giustizieri della notte, sentendosi spalleggiato da chi, per mesi, ha sdoganato l’intolleranza bieca e acritica per convenienza elettorale chiamandola libertà (paradosso dei paradossi), ha iniziato ad operare senza vergogna in giro per la città. Leggi

Ancora sui tassisti romani

Io non ho parole, questa gente ha bloccato la città come se niente fosse, per preservare i propri meschini privilegi. Ma perchè non li arrestano tutti? Va bene lo stato di diritto, ma ora mi pare stiamo esagerando, no? Forse chi non è a Roma non ha la chiara percezione di quello che sta accadendo: la città è completamente BLOCCATA, hanno fatto presidi ovunque in mezzo alle strade con i loro taxi. Allucinante. Allucinante.

Rivolte corporative

Io, francamente, penso che i tassisti romani hanno rotto le palle.