Com’era prevedibile, le controverse affermazioni del Presidente della Camera Laura Boldrini sulla necessità di una discussione senza tabù sul tema del controllo del web hanno scatenato nei giorni scorsi una “cavalleria pronta alla carica” (cit. Zambardino) che non riepilogherò perchè Fabio Chiusi l’ha già fatto molto bene. Aggiungerei solo l’odierna riflessione di Saviano su Repubblica, che merita la lettura comunque la si pensi.

A prescindere dalle questioni di diritto della rete, su cui altri si sono espressi molto meglio di come potrei far io, provo ad aggiungere qualche riflessione “geospaziale”.

I social network hanno reso il web una rete di persone, ancora più dei blog che già avevano avviato una gran parte di questo processo. E questo è accaduto perchè in due click chiunque è in grado di pubblicare alcunchè. Ti registri, pubblichi. Fine. Facile. Democratico. Persino per un giornalista VIP o per un potente politico di lungo corso, i quali, spesso tardivi digitali, hanno trovato una strada facile ed aperta e si sono creati il loro account in due click, spesso e volentieri prima ancora di capire dove diavolo fossero finiti. Solo perchè i loro colleghi erano già lì. Solo perchè sul tal quotidiano era uscito un paginone su Twitter. Era così facile.

Paradosso vuole però che siano proprio loro, i tardivi digitali di cui sopra, a levare più in alto gli scudi su questo eccesso di incontrollabile facilità con cui si possono pubblicare contenuti sulla rete, quella stessa facilità che gli ha consentito di essere presenti in uno spazio virtuale che fino a pochi anni fa era riservato a pochi smanettoni capaci di costruirsi un sito in HTML per pubblicare i propri contenuti. Si sono iscritti in tre minuti, hanno scoperto l’incredibile puttanaio di casino con cui ci scontriamo tutti i santi giorni noi-meno-tardivi, filtrando, pulendo, followando e defollowando, aggregando e disaggregando, barcampando e panelando. Benvenuti.

Ora, a costoro mi verrebbe da dire: aiutateci. Avete visto? Cominciate a capire? Bene, aiutate noi che questo lavoro di democratica scrematura lo facciamo da anni, chi all’ombra e chi sotto uno spicchio di sole, chi al tavolo del cocciuto amministratore delegato, e chi in interminabili riunioni con internet committee aziendali o partitici. Aiutateci, perchè c’è un sacco di lavoro da fare.

(la foto è di Cali4beach, CC licensed)