Non amo Baricco. Non mi piace come scrive, non mi è simpatico, non mi piace quello che racconta.
Vivaddio, se tutto piacesse a tutti, niente piacerebbe a nessuno.
Tuttavia sono da qualche tempo in guerra con i miei preconcetti, e ho quindi deciso di ascoltare il consiglio di una persona di buonsenso (mah), e ho scaricato e stampato i primi capitoli de “I barbari”, un non-romanzo pubblicato a puntate sulla Repubblica (cartacea e digitale).
Devo dire. Che però. Sto Baricco.
Il quale, buttati via i contenuti e asciugata la forma, si fa leggere con piacere, complice anche un argomento interessante affrontato in modo fortunatamente multiprospettico quanto basta perchè se ne possa parlare con qualche criterio: la barbarie che lentamente ma inesorabilmente conquista il nostro mondo, con dinamiche che prefigurano una mutazione di dimensioni epocali, paragonabile al Romanticismo o all’Illuminismo.
Detta così suona sufficientemente fanfarona da infliggere al nostro il colpo di grazia che tutti i suoi detrattori tenevano in canna per l’occasione giusta.
Invece.
Lo trovate qui.