Ieri Mantellini sottolineava giustamente la validità del suo discorso sull’uscita di Prodi al di là delle parole e degli aggettivi realmente utilizzati. Il nodo politico centrale rimane infatti il rilancio di Internet come opportunità di crescita per l’economia reale, più che come simbolo retorico della modernizzazione (un po’ da ventennio, diciamo la verità) a cui questo governo ci ha abituato mentre nei sotterranei del palazzo riorganizzava l’assetto dei poteri nel settore delle telecomunicazioni (e non solo).

Ecco, aggiungerei che in questo senso credo abbia perfettamente ragione G.G. sul tema del peso politico delle idee in rete: al di là dei pareri sulla libera o meno libera ricerca di consenso delle idee, oggi esiste una spinta disordinata, immatura, forse anche un po’ tribale e mafiosetta (mi si passi il brutto termine), ma comunque molto forte, che può avere un peso complessivo nel dibattito politico-sociale.

Chissà, mi viene da pensare, cosa sarebbe accaduto se questa spinta fosse esistita nel 1996 e seguenti; ad esempio, avremmo almeno risolto il problema del conflitto d’interessi evitando di impelagarci nell’errore Telecom?