Lo sponsor è notevole (Wired). L’idea di fondo è di quelle che possono funzionare: story covering basato su contributi user-generated nell’ambito di un assignment e di un coordinamento editoriale ben preciso (lo potremmo chiamare open source journalism valorizzato). Lo staff è coordinato da un tal Jay Rosen, uno che ne sa e che ci sa fare. Peccato però, peccato davvero, che Assignment Zero (questo il progetto) sia un sito confuso, incomprensibile, e di bassissima affordance. Insomma, si capisce cosa hanno in mente di fare, ma non si capisce per niente come hanno intenzione di farlo. Provate a inseguire uno dei percorsi (ma sono percorsi?) possibili a partire dalla homepage. A un certo punto, a meno che non siate molto più intelligenti di me (il che è possibilissimo naturalmente, ma tagliar fuori l’average user mi sembra un’inutile snobismo, o una stronzata), vi perderete inesorabilmente.
Siti come questi, nel 2007, sono un errore inaccettabile per gente che il web l’ha messo in piedi quando ancora era roba da scienziati folgorati sulla via di Damasco. O sbaglio?