La memoria di ciò che siamo

Auschwitz

Non c’è nulla che un semplice tenutario di blog possa aggiungere a quanto è stato e sarà detto sul 27 gennaio, giorno della memoria. Nè credo abbia molto senso aggiungersi a quanti approfittano (a torto o a ragione) della ricorrenza di oggi per ricordare altri genocidi e altre sofferenze che tendiamo a dimenticare. Mi piacerebbe invece – da persona, da cittadino del mondo – che giornate come queste ci aiutassero a riflettere su ciò che siamo oggi, e su cosa diventerebbe il mondo se molti dei nostri pensieri e molte delle nostre parole si trasformassero improvvisamente in atti.

1 Comment

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  1. E’ tutta una grande ipocrisia, questa è la verità.
    Nel giorno della memoria ripercorriamo i fatti “tragici” di quelle povere persone che sono state marchiate e uccise come animali. Questo non lo si deve dimenticare!!!

    Però capite che è più facile “ricordare” che “risolvere” i problemi attuali? In Africa sta avvenendo da ormai troppi anni quello che è successo nella grande guerra. Eppure non facciamo niente, nulla. Anzi facciamo le guerre, le finanziamo, la nostra stessa economia si basa sulla guerra. Ecco perché dico che questa giornata è una grande ipocrisia.

    Diciamo la verità, anche a bassa voce: “non c’è ne frega nulla”.
    L’importante è che non vengono a casa nostra a rompere le p…
    Dai, è così. Ci piace “ricordare”, elevare monumenti ai caduti, inviare sms da 1 euro per sentirci più sereni con noi stessi.

    Tutto è falso di Giorgio Gaber:
    Ma noi siamo talmente toccati
    da chi sta soffrendo
    ci fa orrore la fame, la guerra
    le ingiustizie del mondo.
    Com’è bello occuparsi dei dolori
    di tanta, tanta gente
    dal momento che in fondo
    non ce ne frega niente.

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