In questi quarant’anni ho fatto tante cose. Ho amato e sono stato amato, mi sono emozionato di fronte a mille cose, ho superato difficoltà che sembravano insormontabili, e attraversato tante rivoluzioni, personali e professionali. Una vita ricca, insomma.
Il problema è che non me la ricordo.
E non parlo di amnesia, mi ricordo come mi chiamo, dove abito, dove ho abitato, le mie esperienze professionali, i miei amori, le tantissime persone che ho conosciuto, una per una. Mi ricordo tanti stati d’animo di tanti momenti importanti. I volti, non ne dimentico uno. Ma non mi chiedete di raccontarvi una serata, una vacanza, un aneddoto, una conversazione. Di ciò che ricordo non conservo una memoria narrativa, quanto piuttosto fotografica, ed emotiva. A volte rimango basito quando vecchi amici mi collocano in epici racconti di cui conservo appena una cornice sfumata. In quei momenti penso che vorrei fare un viaggio a ritroso, ricontattando persone a cui ho voluto bene e che non vedo da anni, e farmi raccontare da loro la mia vita. Ecco, mi piacerebbe scrivere un diario all’indietro, compilandolo giorno per giorno con tutte le piccole storie, tutti i dettagli che ho dimenticato, e che mi hanno trasformato in ciò che sono oggi.
E mentre sto scrivendo, mi rendo conto di aver avuto una bella idea per un film. Che forse potrebbe finire con una scena in cui il protagonista guarda il diario che ha appena finito di scrivere, accenna un sorriso, e lo getta nel mare. E poi si avvia di spalle, con le mani in tasca, mentre scorrono i titoli di coda.
remyna
Settembre 10, 2009 — 2:12 pm
scusi, mi fa un provino? 😉
bel post biccio. :*
Carmen
Settembre 10, 2009 — 3:35 pm
Scrivere libri sul proprio passato è un buon esercizio letterario, oltre che di memoria perchè no. Ma personalmente, da lettore, troverei molto più interessante un libro in cui non si conosce già il finale, pieno di colpi di scena, che parli al presente, e che quindi cambi inaspettatamente ad ogni pagina, ad ogni nuovo giorno. Quel film di cui parli, se l’avessi visto, mi avrebbe lasciato con la curiosità di sapere che cosa avrebbe fatto il protagonista della sua vita dopo aver gettato nel mare il libro, e col libro i ricordi, e con loro i rimpianti.
Non trovi anche tu che la tua vita sia un po’ troppo breve per riderci su con distaccata nostalgia, girarle le spalle e farci passar su i titoli di coda? La vita vera è quella che ci resta da vivere. Non a caso la vita già vissuta si dimentica, scorrendo via del setaccio della memoria, che trattiene solo le emozioni, che sono poi l’unica cosa a darle un senso. Più che il finale quello dovrebbe essere l’inizio del film. Contattare i vecchi amici, quella si che è un’ottima idea, ma non per rimpiangere cose andate, e finite per sempre. Piuttosto perchè sei ancora in tempo per un abbraccio che non hai dato, una mano che non hai teso, un amore che non hai riconosciuto, un amico che non hai consolato.
milena
Settembre 10, 2009 — 3:49 pm
il film a episodi? oguno dei quali affidati ai tuoi amici che raccontano i fatti?
Mod
Settembre 10, 2009 — 4:18 pm
“E poi si avvia di spalle, con le mani in tasca, mentre scorrono i titoli di coda” e continua a vivere 🙂