(“E insomma allora praticamente così….”, diceva Mario seduto sul muretto di fronte al Liceo, sigaretta sull’orecchio, fumo negli occhi, maglietta puzzosa, in quegli interminabili minuti prima delle otto e mezza, quando “il griupo” decideva se trascinare gli anfibi oltre il confine segnato dallo sguardo vigile di Renato il bidello, o se tirar dritto verso la spiaggia, dimenticando ancora una volta lo scorrere forzato e lineare del tempo).