Non sono mai stato un animale notturno; non che da adolescente non abbia trascorso le mie “brave notti brave”, ma da sempre ho una spiccata preferenza per la mattina presto. E oggi, per una volta graziato dal traffico romano e quindi in largo anticipo, ho assaporato la fresca brezza estiva delle prime ore del giorno, camminando lentamente e ricordando le due più belle albe a cui abbia assistito nella mia vita.
La prima nel 1987 al Rifugio Sebastiani a 2.102 metri sul gruppo Velino-Sirente in Abruzzo; una splendida notte con gli amici a base di vin brulé, e poi l’inspiegabile alba con il cielo perfettamente diviso a metà: blu notte e stellato da una parte, azzurro chiarissimo e assolato dall’altra.
La seconda a New York nel 1997; sveglia alle 5 causa jet lag e mattinata trascorsa in solitudine in uno splendido caffè sulla Sesta, sorseggiando un lunghissimo caffè bollente, e osservando dalla vetrina la città prendere vita ed apprestarsi a vivere uno dei giorni più lunghi nella vita della grande mela: il 24 Dicembre.