Avete presente quei sistemi di calcolo distribuito che sfruttano le risorse di computer remoti inattivi (tramite screen-savers) per effettuare ricerche? Il Seti@home ad esempio, un programma globale che ricerca segnali di vita extraterrestre, funziona in questo modo.
Bene, se solo si potessero sfruttare i tempi morti che si presentano durante la giornata lavorativa, dati soprattutto dall’attesa di input o feedback da parte di qualcun altro, quante cose utili al mondo si potrebbero fare? Non si può fare nulla di utile in 5 minuti, ma cosa succederebbe se si potessero unire tutti i 5 minuti sprecati delle nostre giornate? Esempio: una manopola da girare, che contribuisca a generare energia elettrica. Se duecento milioni di persone durante la giornata potessero dare una ventina di “girate” a questa manopola non appena hanno tre minuti liberi, non arriveremmo a fare a meno del petrolio?
Artois
Luglio 7, 2004 — 12:18 pm
Folding@Home.
Calcolo proteico.
Vediamo come è fatta la macchina uomo.
Simo
Luglio 11, 2004 — 2:31 pm
poi qualcuno ci prenderebbe gusto nel girare la manopola. ben presto nascerebbero i primi fanclub di amatori della manopola, poi qualcuno particolarmente bravo nel girare la manopola comincerebbe ad essere pagato da qualcun altro che rivenderebbe l’introito manopola generato. poi girare la manopola diventerebbe un mestiere, poi qualcuno inizierebbe a girare la manopola per fare qualche soldo extra e in breve si romperebbe il cazzo di girare quella cazzo di manopola… 🙂
wile
Luglio 12, 2004 — 4:33 pm
scommetto che ci sarebbe un sacco di gente al buio con un braccio grosso cosi’!