Vitedigitali

Un giorno con Simone

Simone Legno, designer romano, a 25 anni ha raccolto tutto il suo coraggio ed è partito per gli USA, da dove ha conquistato il mondo con Tokidoki, il suo marchio legato alla moda. Oggi, a 30 anni, è tornato in italia per incontrare per la prima volta i suoi fans, e i giovani studenti che stanno tentando la sua stessa strada.

In quella occasione ho incontrato lui, i suoi fans, e il team vincitore del progetto di co-marketing, e ne è venuto fuori questo racconto.

Parte Knol, la Googlepedia

Rientro in rete dopo una giornata totalmente analogica, e scopro da Luca De Biase che Google sta lanciando una sorta di enciclopedia basata su pareri esperti (e remunerati) che si chiamerà Knol (=unit of knowledge). Un modello simile a Wikipedia, ma con la notevole differenza data dalla firma dell’autore, e dalla concorrenzialità tra gli stessi (“for many topics, there will likely be competing knols on the same subject. Competition of ideas is a good thing.“).

Leggo in giro pareri poco inclini a giudicare positivamente l’iniziativa, o quanto meno a considerarla come killer di wikipedia (vedi blgosfere.cultura, Quintarelli) oppure pareri entusiasti (Web e Conoscenza). Io credo che, col classico senno di poi, ci si poteva aspettare una mossa del genere da BigG, e mi aspetto anche un grande successo da questo prodotto. E credo sia anche una buona cosa.

Il successo di modelli di business basati su sistemi che raggiungono il non facile risultato di far girare soldi intorno a strumenti di informazione e conoscenza condivisa, è molto importante per il futuro della rete, ed è la dimostrazione che i social media hanno completamente staccato la vecchia dinamica di comunicazione one-to-many. Se i nostri quotidiani online, o i siti politici, imparassero la lezione, faremmo un grande e deciso passo avanti.
Chiaro, come tutti i sistemi che dipendono dagli abitanti della rete, va da sè che molto del valore collettivo di Knol dipenderà dall’uso che se ne farà. Ma l’idea in sè che qualcuno con un nome e un cognome possa spiegarmi una cosa che non so mi pare molto positivo.

Il tuo blog come carta d’identità

Un’interessante post di Anna Zelenka su GigaOM discute la possibilità che il proprio blog basato su un’installazione di WordPress (e aggiungerei, qualunque altra presenza strutturata personale in rete) possa diventare un nodo di quel social networking distribuito di cui tanto si discute in questo periodo (vedi The Social Graph problem di Brad Fitzpatrick), citando gli esperimenti di Steve Ivy (vedi DiSo) per esporre la propria contact list verso altre community.

In sostanza, perchè registrarsi in duecentomila social network e ogni volta riaggiungere i propri amici? (citando Brian Clark, “è come ristrutturare la cucina di una casa in affitto”). Beh, la risposta (shortsighted) è semplice: ogni social network tira acqua al suo mulino. Ma in effetti, cosa succederebbe se io potessi partire dalla mia identità online rappresentata per (buon) esempio da un blog, e potessi associare la mia identità (open ID, amici, ecc) a vari social network? Succederebbe che l’attività di social networking sarebbe in generale più elevata, e che il focus di ognuno di essi sarebbe il contenuto e il plusvalore offerto. Il numero di utenti “associati” conta quanto il numero di utenti “registrati”, quindi il tema della patrimonializzazione del proprio asset è salva; inoltre, la social network portability risolverebbe la barriera d’ingresso della registrazione e dell’avvio della propria attività in ogni nuovo luogo virtuale.

Certo, è possibile che un approccio di questo tipo finisca col privilegiare le community fortemente tematizzate (come Last.fm) a danno di quelle più generaliste (Myspace, Facebook), ma mi pare difficile riuscire a contrastare un fenomeno che da’ la sensazione seria di voler prendere piede e di diventare quello che già si chiama web 3.0.

Remotizza il tuo Mac

Chi ha un Mac recente, ha anche il piccolo telecomando in dotazione, del quale però, ahimè, si fa ben poco a parte usare l’ottimo Front Row . Per risolvere questo problema, CASE Apps ha inventato Sofa Control, un delizioso softwarino da meno di 15$ che fornisce moltissime altre funzionalità all’Apple Remote, inclusa la non trascurabile opzione di programmarlo come si desidera mediante l’uso di Applescript.
Con Sofa Control si può navigare, sfogliare documenti, avviare PDF e Powerpoint fullscreen, zoomare, attivare un piccolo spot semitrasparente che consente di concentrare l’attenzione su specifiche aree dello schermo, e fare molte altre utilissime cose.
L’ho provato, e funziona davvero bene. Consigliatissimo a chi usa il Mac per le presentazioni, o a chi si vuol godere un film usando VLC.

Naymz

Vedi quant’è brava Elena, io ricevo l’invito di Giovy ad iscrivermi Naymz, lo accetto, mi iscrivo e basta. Lei fa lo stesso, ma poi ci fa su un bel post. E vabbè, io ho smontato e rimontato un armadio, vale?

Comunque, Naymz potrebbe essere una valida alternativa a Linkedin, anche se francamente mi pare abbia un’apparenza un po’ fredda e cheap. Interessante il repscore, meccanismo di punteggio reputazione che cresce all’aumentare delle azioni virtuose dell’utente (banalmente, anche confermare l’email fa guadagnare punti), un po’ banali le premium features per le quali chiedono quasi 5$ al mese.

Per ora Linkedin mi pare inarrivabile. Vedremo.

Wordbook

Provo Wordbook, un plugin per fare cross-posting da un blog basato su WordPress al proprio account di Facebook. E meno male che stavo diventando un luddista..

Gli screenshot di Moma, l’Intranet di Google

Per i curiosi, questo post su blogoscoped mostra screenshot di Moma, l’intranet di Google, con dovizia di descrizioni. Ci sono alcuni particolari curiosi, come il Google Percent, un’applicazione che mostra quanti impiegati sono più “freschi” d’assunzione rispetto a un qualsiasi altro impiegato, oppure la ricca e dettagliatissima ricerca interna.

Africa 2.0


Un collage di siti 2.0 made in Africa. Su Flickr l’immagine originale con la mappatura di tutti i link.
(Via Read/Write web, il post originale è su Black Looks, l’immagine è di Neville Newey)

Posso migliorare…

73%How Addicted to Apple Are You?

San Jose Dating

Un Iphone e una videochat in italiano

Leandro e l’amico Giuseppe Taibi, in una godibilissima videochat di una ventina di minuti, provano tutte le caratteristiche dell’Iphone. Da non perdere (specialmente i deliziosi siparietti dei due….)