C’era un tempo in cui informatici e creativi erano due mondi in guerra permanente. Parlavano due lingue diverse, mangiavano e vestivano in modo diverso, si drogavano in modo diverso. Nel corso degli anni abbiamo assistito a due fenomeni molto importanti: l’accorciamento del gap fra questi due mondi, e il tardo avvicinamento di molti “filosofi” alla rete. Inutile dire che la portata del secondo accadimento ha completamente inficiato i timidi “passi di pace” fra informatici e creativi. Oggi ci troviamo quindi ad avere a che fare con centinaia di persone che, non conoscendo alcun meccanismo di rete, hanno scelto di trasformarsi in creativi, legittimati (a sentir loro) dalla semplicistica considerazione secondo la quale “si può avere qualsiasi idea, sicuramente esisterà la maniera tecnica di realizzarla”, seguita da “non si può fare? Eh beh, evidentemente non siete capaci o non capite cosa vogliamo”.
La questione è semplice, e la spiego con una metafora. Cosa succederebbe se un tale che sa tracciare tre righe con una matita improvvisamente si mettesse in testa di diventare architetto o designer di automobili? Nulla, nel senso che non troverebbe alcun orecchio ad ascoltarlo. E allora perchè la rete è piena di persone che chiacchierano, ma non conoscono e non vogliono conoscere la differenza tra un widget, l’HTML, un foglio stile, e un webservice? Ora, vogliamo non essere troppo tranchant, e accettare l’esistenza di “filosofi della rete” che si occupano di aspetti eminentemente teorici? Ok, facciamolo. Ma possiamo oggi accettare l’esistenza di progettisti internet che non conoscono gli strumenti del lavoro, o che non si impegnano quotidianamente nello studio delle novità tecniche (e non parlo di stupidi gadget), come appunto farebbe un architetto con nuovi materiali e nuove metodiche?
Introducing il concetto di Fantasia Sostenibile: credo in persone che inventano cose che si possono fare, perchè sanno come farle. Credo in persone che spingono la loro fantasia più avanti possibile, senza mai perdere di vista la concretezza del fare e del realizzare. Credo in persone che inventano cose che funzionano. Tutti possono sognare il teletrasporto, i viaggi interstellari in giornata, la macchina magica che stira i panni o il robot che legge nel pensiero e prepara la cena che vorresti. Ma questo non fa di costoro degli scienziati.