Varie

Ricaviamo energia dal traffico

Questa sì che è un’idea geniale: una piccola rampa posizionata sulla strada che genera energia elettrica dal movimento causato dal passaggio delle auto. Almeno 200 enti locali in UK hanno espresso interesse per questa soluzione che, indubbiamente, trasforma una grande energia sprecata (anzi, anche dannosa) in energia utile. Pensando alle consolari intorno a Roma, con una soluzione del genere potremmo davvero alimentare l’intera città, ad una condizione però: le rampe dovrebbero essere posizionate sulle corsie d’emergenza; è lì che le auto sfrecciano a 14oKm all’ora a flusso continuo……

Corsi e ricorsi

Quindici anni fa con la Pantera all’Università La Sapienza contestavo la riforma Ruberti e il sistema di potere dei socialisti dell’epoca. Oggi faccio invece il tifo (anche) per loro, e per la loro proposta di revisione del Concordato Stato-Chiesa.

Strisce blu GRATIS

Segnalo ai romani possessori di moto o scooter (600.000!!) che hanno perso l’esilarante puntata delle Iene di stasera: a Roma si può parcheggiare nelle strisce blu senza pagare, come da normativa presentata alle telecamere dai Vigili Urbani. Quindi non vi fate fregare dalle false informazioni della STA o dei vigili stessi!

“Casini” alla Camera

L’onorevole Casini alla Camera dei Deputati, ore 16.15:

“Onorevole La Russa, non ho sentito perchè se avessi sentito avrei sentito”

Nigergate?

Questa storia del Nigergate secondo cui, in buona sostanza, dietro ai documenti utilizzati come prove schiaccianti per invadere l’Iraq ci sarebbe la mano di un losco figuro italiano, suona davvero troppo bislacca per essere vera. Ma in questi casi, come tutti gli appassionati di spy stories sanno bene, è sempre difficile capire quale delle tante verità sia quella vera, e nell’infinito gioco di specchi delle accuse reciproche è molto probabile che non si verrà mai a capo di nulla. Eppure, se Rocco Martino, nato a Tropea il 20 settembre 1938, un bel giorno del 2004 ha deciso di parlare, le cose secondo me sono due: o è stato pagato da qualcuno che ha interesse a confondere le acque più di quanto non lo siano già, o ha pensato che esporsi in pubblico era l’unica maniera di salvarsi il fondoschiena. Sarà interessante capire dove ci porterà la narrazione di Repubblica, e anche di vedere se vi saranno ripercussioni politiche (qui da noi e negli USA).

Celentano e Santoro

Non ho visto il programma di Celentano per varie ragioni: gli eventi mediatici mi nauseano quasi subito, e poi non ho mai sopportato Celentano e il suo predicare inutili banalità. No, non ho visto il programma, ma le reazioni automatiche e già scritte (contro per forza o a favore per forza) mi hanno messo una grande tristezza.

Sul fatto che la televisione in questi quattro anni sia stata massacrata a colpi di censura e di imbarbarimento volontario, mi pare ci siano pochi dubbi in chiunque abbia ancora un minimo di capacità di intendere e di volere; ma che si debba a questo rispondere in modo così scomposto e inelegante come sembrerebbe esser successo durante la trasmissione lo trovo un gigantesco autogol, iniziato con le ambigue dimissioni da parlamentare europeo (anche fossero solo apparantemente legate alla partecipazione al programma).

Ecco, in questo senso, trovo che le parole di Cotroneo sull’Unità siano assolutamente condivisibili:

Celentano che va oltre il semplice programma televisivo, e va fuori dai canoni dell’intrattenimento, un europarlamentare che prima di tutto è un giornalista televisivo che esasperato finisce per dare la sensazione, certo sbagliata, di dimettersi per gestire il proprio rilancio attraverso i milioni di spettatori di Rockpolitik. E alla base di tutto questo questa ambigua democrazia televisiva che oscilla pericolosamente da un Porta a Porta di Bruno Vespa alla Repubblica anarchica e carismatica dove impera e officia da gran sacerdote l’ex molleggiato. Per fortuna ormai sappiamo che fuori da questi deliri mediatici in cui anche Santoro, volente o nolente, è finito, c’è un paese reale, che si mette in fila anche per le primarie, che vuole una democrazia chiara e semplice, che si è stancato di proclami e di apprendisti stregoni.

Power to the people

Gli oltre 3 milioni di persone che ieri si sono dati da fare per dire la loro opinione, dimostrano al di là di ogni dubbio che il popolo italiano non è ancora del tutto anestetizzato. C’è voglia di rispondere, di farsi sentire, e di combattere l’autocrazia con partecipazione costruttiva invece che con sterili lamentazioni qualunquistiche. Tutta la gente che ieri ha cercato il seggio (per esempio a Roma non era affatto facile), ha fatto la fila, ha dato i propri dati personali, ha sganciato 1 euro, ha voluto dare a Prodi un investitura importante e diretta, che rivela grandi aspettative di un sensibile cambiamento nel clima generale del nostro paese; queste aspettative meno che mai stavolta possono essere tradite, e questo, Prodi e tutti i partiti che lo hanno sostenuto e lo sostengono devono tenerlo bene a mente. Fallire anche stavolta non è un’opzione.

A chi interessa, questo è il contributo video che abbiamo preparato per dsonline.it, con D’Alema al seggio di Via Montezebio e con i votanti ai seggi di Piazza Mazzini, Piazza Cola di Rienzo, S.Lorenzo.

La posta in gioco?

Sarà che mi son lasciato alle spalle gli anni dell’idealismo stratosferico, sarà che certe (oper)azioni simboli(sti)che radical chic mi hanno sempre disturbato parecchio, sarà che ho una radicata intolleranza alimentare per l’anticonformismo coatto, ma questa chiamata alle armi per incoronare Ivan Scalfarotto alle primarie mi pare una stupidata colossale. Apprezzo anch’io il personaggio e le sue idee (ovviamente, visto che il suo programma sembra il “Trattato della Federazione Unita dei Pianeti” di Star Trek), ma davvero non posso e non voglio dimenticare che non sono certo questi i tempi delle anime belle, convinte di poter cambiare il mondo con una risata e due fiorellini. La politica è (ancora) fatta di torbidume in cui rimestare, e il sistema Italia come lo conosciamo ora non può essere “salvato con nome” su qualche hard disk a beneficio dei documentaristi, e sostituito da un nuovo file bianco e vuoto su cui ricominciare a scrivere la Storia come se niente fosse. Si possono fare pochissime cose senza sporcarsi le mani, men che meno cambiare un paese bloccato dal conflitto permanente di centinaia di interessi solidamente contrapposti, che vanno sciolti con certosina pazienza, e con una robusta dose di cinismo e opportunismo

Se a questo poi aggiungiamo il peso della nuova legge elettorale, espressione di un centrodestra militarizzato e con l’unico obiettivo di svuotare di significato lo stesso concetto di “leader senza partito”, davvero mi pare che dare sostegno al più debole dei candidati senza lista sia il più clamoroso degli autogol che potremmo fare.

Io mi auguro davvero che il futuro politico, economico e culturale dell’Italia finisca presto nelle mani di dieci, cento, mille Ivan Scalfarotto; ma adesso signori prendiamoci per favore il controllo della stanza dei bottoni nel modo più semplice, efficace e cinico possibile (cioè dando MOLTA forza a Prodi).

Al resto ci pensiamo dopo.

New Orleans

Un cane a New Orleans

Un nuovo amico

Scarabeo 250Eccolo qua, appena targato, il mio nuovo compagno di strada dei prossimi (spero) anni: lo Scarabeo 250. Ruote alte, motore Piaggio (per non tradire del tutto la passione per la Vespa), agile, comodo e sufficientemente potente per sostenere il percorso Roma-Bracciano senza per questo perdere in manegevolezza nel traffico cittadino.

D’altra parte era una scelta obbligata, dopo 90.000 Km di auto in tre anni e una soglia di stress ormai insostenibile. Lavorando in centro con necessità di spostamenti frequenti anche affidarsi ai mezzi pubblici vuol dire perdere una quantità di tempo impossibile (uscire dall’ufficio alle 19 per arrivare a casa alle 21,30?? E la vita???), vuol dire non potersi mai permettere un aperitivo in pace, o un salto al negozio di dischi, o semplicemente tirar tardi per fare le cose con calma. A questo aggiungiamoci la paura di treni e metropolitane, il quadro è chiaro. Insomma, ricche rate, e uno scooter sotto al culo. L’unico difetto? Beh, non è una Vespa…

Vi saprò dire!