Fuorionda

si chiede se chiudere il blog

si chiede se chiudere il blog

è evaporato. addio mondo crud…

è evaporato. addio mondo crudele

buongiorno, fa’ un caldo inuma…

buongiorno, fa’ un caldo inumano e mi rode il c.

Oggi è il mio compleanno, e vorrei…..

……Un piccolo paese, fatto di case basse di legno e mattoni, con una bella piazza grande, con una fontana, ed un bar sotto i portici. A fare i cocktail il mitico Oscar del Lacerba. Poco distante lo studio di Radio Polaroid, e a qualche centinaia di metri un locale per concerti, grande ma non troppo, meta prediletta di tutti gli indy lo-fiers post-rockers noise-poppers glitch folktronic people. In questo locale c’è anche una bella sala di registrazione gestita da Fabio, Toni e Filippo, dove parecchi dei gruppi che vivono qui (incluso il mio) registrano dischi, ma anche progetti paralleli.
In questo paese, hanno i loro studi i miei amici Daniele, Gerjka, Daniel, Fabio, Leandro, Fred e Antonio, Massimiliano, Rillo, Luca, Eloisa, Michele e Marco (che nel frattempo vivono di post-it e follie varie), Veronica, e Ida, che gira per il mondo con le sue illustrazioni, ma poi torna sempre qui. Alessandro gestisce un museo multimediale di scooter d’epoca, Francesco ha una famiglia numerosa e scrive libri di fantascienza. Alcuni di loro lavorano insieme, altri per conto loro. Ma ci si vede spesso al bar, e ci si racconta, si discute, e una volta a settimana si fa un barcamp al bar di Oscar, così, tanto per fare.
Stefania e Luciano stanno qui da tanto tempo, Anna e Lucia, le piccole, si sono subito ambientate, Luciano è stato uno dei primi ad aprire uno studio di design. Stefania invece sta pensando di aprire un asilo, chissà.
Alessia e Debora hanno una compagnia laboratorio teatrale in un grande spazio in paese, e Giuska fa su e giù con Nairobi, ma si ferma più spesso che può. Betta vive felice in una casetta appena fuori dal paese, con un grande giardino dove scorrazzano bambini, cani e gatti (e può arrivare al negozio di alimentari a piedi con Zoe al guinzaglio, e questo le fa infinitamente piacere). Ci sono anche un sacco di altre persone interessanti qui intorno, e molti sono di passaggio perchè qui ci si arriva facilmente e ci si trova bene, anche a lavorare per periodi medio-lunghi. Ogni tanto si discute, ma poi davanti a un gin-tonic si ritrova sempre il sorriso. Qualcuno gioca anche a biliardino….
Anche Marco e Solange mi dicevano che pensano di trasferirsi qui…
Dimenticavo, questo paese è bagnato dal mare, e l’unica barca ormeggiata è quella di Alessio, ma in inverno nevica e diventa tutto bianco, e si può sciare o fare a palle di neve in piazza….
E io cosa faccio qui? eh….

Qualcosa di personale

Conosco un tale che a volte non può fare a meno di guardare le cose per quello che sono. E’ un mestiere difficile, perchè poi non può non tener conto del fatto che quei due metri quadrati sui cui concentra la sua attenzione sono semplicemente “quei due metri quadrati”. Il resto è una conseguenza. Chiudere, aprire, guardare, voltarsi. Si, certo, la luna, il sole, il vento, il freddo. Come no. Ma i fatti sono fatti. Sono, per l’appunto, quello che sono. Senza castelli in aria a segnare percorsi di luce. Tirare le somme, semplicemente. Questo occorrerebbe.

Una persona in gamba

L’ho conosciuta ieri sera.

Un ordinario giorno di influenza



La mia scrivania in un giorno di influenza

Originally uploaded by biccio.


Foto veloce alla mia scrivania, oggi sono a casa influenzato. Inutile, riesco a tenerla ordinata mai per più di due giorni…..

Testing da Imified

Sto provando a scrivere sul blog utilizzando MSN Messenger, tramite Imified. Sembra abbastanza interessante…

Dire e non dire

Sono fermo, seduto a gambe incrociate. A piedi nudi. Non distinguo bene, ma mi sembra di essere seduto su qualcosa di simile ad uno scoglio, tagliente e duro. Ma se cerco di tastare il terreno con le mani sento morbido, come se le mie mani cercassero altrove, come se “qui” e “vicino” non avessero alcun senso. Mi disturba, molto. Ritraggo le mani e mi sfrego gli occhi. Mi accorgo che mi fanno male, come fossero stati chiusi per giorni. Mesi. Anni.

Davanti a me scorgo il profilo scuro di un oggetto molto grande, forse una roccia, o forse una costruzione di qualche genere. Intuisco alcuni angoli segnati dalle luci lontane, e seguo il perimetro di ciò che riesco a vedere, immaginando ciò che non posso vedere per costruire mentalmente una figura che abbia qualche senso. Ma è faticoso. Troppo. Chiudo gli occhi per un attimo. Sembra riposante. Ma non lo è affatto. Devo riaprirli, e lo faccio.

La rivoluzione silenziosa del 2006

Ritorno a scrivere dopo parecchio tempo, non ho salutato la fine del 2006 sul blog, ma l’ho degnamente salutata nella vita reale (qualcuno la chiama real life), e tanto basta. Nè mi va molto di parlarne, tutto sommato. E’ stato un anno difficile, molto difficile, ma è stato un anno di grandi cambiamenti per moltissime persone, ed è difficile capire se sia stato solo un caso, o se davvero quest’anno si sono messe in moto delle dinamiche collettive che hanno dato origine ad una rivoluzione silenziosa pari alla somma delle microrivoluzioni di ognuna delle nostre vite. Ho chiuso il 2006 pensando a questo, più ancora che alle mie vicende: a quante persone ho conosciuto e incontrato nel corso di questo anno, e tutte, tutte, TUTTE alle prese con un cambiamento decisivo. Forse in questo neonato 2007 e nei prossimi capiremo per bene le implicazioni e le conseguenze di questo moto ondoso. Oppure no, magari mi sbaglio, e semplicemente per un caso bizzarro o per simpatia (nel senso latino del termine), nella mia traiettoria ho incrociato solamente persone in mutazione, ma pur sempre in minoranza.

Come sarà il mio 2007? Auguro a me stesso e agli altri compagni di rivoluzione soprattutto un anno di concretizzazione.
Io ricomincio come ho chiuso, da single (da 8 mesi, in realtà), pronto per nuove sfide professionali e umane, pronto per continuare a provare e a fare errori, e a imparare.