Arti

Editors pictures

Bel set di foto degli Editors in concerto al Rothko di New York sabato sera.

Fra Lippo Lippi

Complice l’ultimo numero di Blow up, mi vien voglia di riascoltare In Silence dei Fra Lippo Lippi, un bellissimo disco di autentica new wave triiiiiiiiiiste e daaaaaaaark che al confronto i Joy Division facevano Merengue. Malinconia allo stato puro e solido. Da riscoprire, se vi regge la pompa.

Munich

People are fragile things, you should know by now
You’ll speak when you’re spoken to

It breaks when you don’t force it
It breaks when you don’t try
It breaks if you don’t force it
It breaks if you don’t try

da “Munich” – The Editors

Andrew Bird

andrew birdApprendo dall’ottimo Giavasan (che critica la top 10 2005 di Pitchforkmedia), dell’esistenza di Andrew Bird, a parer suo ingiustamente trascurato dalla classifica della blasonata webzine. Beh, accidenti che disco! Straconsigliato per chi ama ‘ste cosette raffinate folk-minimal da cameretta con varianti lisergiche Barrettiane.

A proposito di Pitchfork: primo posto per Sufjan Stevens? Bah….

Dali’s Car

dali\'s car Stamattina ho fatto il mio primo acquisto su Itunes, andando a recuperare un vecchissimo disco che ho in vinile, ma che non ho mai avuto in CD. Si tratta di The Waking Hour, l’unico disco dei Dalis’ Car, il progetto maledetto di [[Peter Murphy]] (cantante dei Bauhaus) e [[Mick Karn]] (bassista e mente dei Japan).

Una vicenda assurda e disgraziata fin dall’inizio, con liti continue fra caratteri inconciliabili, che ha costretto Virgin e Beggars Banquet a sborsare 30.000 dollari in più dei 60.000 stanziati per la realizzazione dell’album, con un risultato finale ridicolizzato da molti, ma idolatrato da molti altri (incluso me).

L’interazione fra la profondità e l’emotività della voce di Murphy e le linee essenziali e meccaniche dei suoni e degli arrangiamenti di Mick Karn ne fanno un disco fuori dal tempo, ancorchè figlio non degenere della migliore libertà creativa degli anni’80. E’ per questo che continuo ad ascoltarlo e ad amarlo, dopo vent’anni suonati.
E poi erano troppo fighi con quei vestiti scuri iperminimali…

Antony & the johnsons

Copertina \'I\'m a bird now\'E’ sempre un grande piacere fare scoperte musicali in grado di emozionare intensamente, specialmente in tempi in cui in giro c’è molta buona musica, ma poca che lasci davvero il segno. Bene, sicuramente “I’m a bird” di Antony & The Johnsons il segno lo lascia, e profondo. Da consigliare spassionatamente a chi come me trascorreva malinconici pomeriggi da stupido adolescente inquieto ascoltando perlizie come This Mortal Coil e Dead Can Dance.

158/250

Ho visto 158 dei top 250 film di IMDB. Mi resta da verificare qualche titolo originale, ma più o meno siamo lì. A questo punto è una sfida, devo vederli tutti, anche se alcune scelte (per presenza o assenza) mi trovano clamorosamente in disaccordo.

Per i curiosi, questa è la mia lista. Per gli smanettoni, da notare l’interessante uso di AJAX nell’interfaccia di selezione dei film.

Foto salentine

salento goticoHo caricato su Flickr le mie foto fatte a Patù (Puglia), tutte scattate con una Nikon D70, macchina veramente eccezionale. Mi sono particolarmente divertito a ricercare quelle atmosfere “messicane” che si respirano in moli paesi del Salento. Se poi ci sia riuscito o meno… questo è un’altro paio di maniche 🙂

Wilderness

Wilderness LPNonostante lo stile vocale di James Johnson ricordi così fastidiosamente quello di John Lydon, e nonostante le poco tenere stroncature da più voci critiche (vedi qui, qui , qui e qui), a me il disco omonimo dei Wilderness m’è piaciuto. Parecchio, per la verità.

Sarà per le ovvie nostalgie che mi risvegliano tutte ‘ste sonorità ottantose che girano di questi tempi, sarà per gli echi di Jesus Lizard e Tar che mi fanno leggere la band come alfieri di una rilettura del post-punk attraverso il grande noise degli anni ’90, (e non mi stupisce, visto che bene o male sono in pista dal 1995), ma il disco staziona stabilmente sul mio Ipod e per ora è fra i pù gettonati.

Per la cronaca, Pitchforkmedia li tratta benissimo….

My spotless mind

Dopo una quantità di tempo impossibile, direi quasi inaccettabile, riesco a trovare le due ore giuste per guardarmi in pace e con dedizione “The eternal sunshine of the spotless mind” (sulla cui traduzione “Se mi lasci ti cancello” credo sia già stata prodotta tutta l’ironia possibile). Un film enorme, bellissimo, guidato con mano sicura dai due straordinari e visionari Charlie Kaufman e Michael Gondry.

Una considerazione sul finale, di cui ho ravvisato due possibili interpretazioni: io l’ho letta come l’esaltazione della ricchezza che l’uomo trova nei suoi limiti, ma ho il sospetto che un pessimista cosmico ne possa aver tratto esattamente la sensazione contraria…..