E’ andata sono ufficialmente diventato un campagnolo. E’ piuttosto difficile descrivere le emozioni che questo mi provoca. Sono tornato nel mio studio solo oggi, dopo diversi deliranti giorni di trasloco, e già sento la nostalgia della mia nuova casa. E’ meraviglioso svegliarsi all’alba in piena campagna, nel silenzio assoluto, con una pace che scalda il cuore.Viene voglia di parlare a bassa voce per non disturbare la natura circostante.Certo, c’è ancora tanto, tanto da fare. Mezza casa deve essere ancora terminata (inclusi lavori di muratura non indifferenti), intorno alla casa bisogna seminare il prato e piantare degli alberi, fare il vialetto e l’illuminazione, ma non c’è fretta. Tornare in città e vedere l’affanno delirante del traffico, sentire il fastidio dell’aria sporca, non poter non ascoltare il rumore infernale, mi ha disturbato davvero parecchio. Silenzio, pace, tranquillità, vedere i miei 15 gatti felici che si rincorrono intorno a casa, o vanno ad esplorare tane di lucertole, mentre Elisabetta (rinata, davvero) sistema la sua collezione di candele e cucina con il fornelletto elettrico (siamo ancora con la cucina scollegata) fa davvero bene all’anima.Io invece mi sto dedicando al versante multimediale della mia nuova casa, il sistema satellitare centralizzato funziona alla grande, sto aspettando la linea telefonica e ho già ordinato il router con cui porterò l’ADSL in tutte le stanze di casa, compresa la cucina e la veranda. Sto meditando di portare un corrugato con cavo ethernet nel mezzo del terreno dove pianterò presto la mia quercia (già, quercia). Sono pazzo? Può darsi, ma quando sarò riuscito a garantirmi la possibilità di poter lavorare seriamente a casa tutti i giorni in cui non ho necessariamente bisogno di incontrarmi con clienti o avere delle riunioni, sarò davvero, davvero un uomo felice.Nel prossimo post (e prossimamente in Romestories), racconterò com’è stato portare 15 gatti da Roma a Bracciano sotto la tempesta di sabbia africana di Domenica 11 Novembre.