Come accade di frequente, stamattina in macchina ascoltavo Platinette su Radio Deejay. Tra gli spunti di oggi, una divertente intervista a Massimo Gramellini della Stampa, che commentando la partitissima di ieri sera (Juve-Milan finale di Champions League, per chi vivesse su Marte), ha detto un paio di cose interessanti e divertenti. La prima: “Il calcio è così amato in Italia perchè mantiene il legame con la nosta infanzia. Infatti Emilio Fede è l’unico essere umano al mondo che ha cambiato squadra da adulto”.
La seconda: da tifoso granata, Gramellini ama considerarsi un no global del calcio, ovvero un rappresentante di quel grandissimo mondo di squadre di relativi tifosi esclusi dal giro che conta, per motivi politici o economico-finanziari (cioè politici). Gli eclatanti esempi di Torino in B, Napoli quasi in C, la Fiorentina in C2, testimoniano il baratro che separa ormai le tre “vincenti” dal resto del mondo del pallone. E da romanista quale sono (da sempre) anche io mi sento un no global del calcio.
livefast
Maggio 30, 2003 — 3:03 pm
bah, io sono juventino ma comincio a sentirmi noglobal pure io. in fondo la mia juventinità non è una scelta, è una cosa che è semplicemente "successa" quando io avevo sei anni, ed è una cosa che adesso non posso cambiare. mi sta un po’ sul cazzo tutto ciò…