… e poi passo una sera immerso in un silenzio arredato da un film di spie, da fusa di gatte e dallo sfrigolio leggero del ghiaccio in un gin tonic, e i pensieri si incolonnano in un equazione spontanea che mi costringe a tracciare una linea con una mano malferma. Ed eccomi qui, a sommare numeri e parole, vuoti e pieni, assenze e oppressioni. Non so se voglio sapere quanto fa, in poche e concise parole: in fondo chi lo vorrebbe? Appendo i risultati al muro e vado a fingere di dormire, sapendo che mi guardano, e hanno paura. Più di me.