Qualche sera fa, di fronte a un tè un po’ così, e a qualche biscottino marcio (5 euro a cranio, banditi!), si discuteva amabilmente sull’ostico tema dell’incontrarsi a metà strada per riuscire a comprendere le ragioni dell’altro. Difficile conciliare i punti di vista di chi sostiene che “ogni uomo è un’isola”, e di chi sostiene l’esatto contrario (myself, ma guarda un po’).
Ma oggi, spulciando la mia consueta rassegna stampa sulla Teoria del Caos e sull’Evoluzione dei Sistemi, mi sono imbattutto in una citazione del celebre matematico Alan Turing che nel 1950 anticipava in modo profetico lo stradimostrato teorema della farfalla (“il battito d’ali..” ecc. ecc.)
Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza.
Bene, indipendentemente dal fatto che ci piacerebbe pensarci come entità separate dal resto del mondo, i fatti scientifici ci dimostrano non solo che le cose non stanno così, ma anzi che ogni nostro minimo movimento o non movimento (consapevole o meno) ottiene sempre un qualche effetto immediato o differito nel tempo. Siamo condannati, per eccesso o per difetto, a contare tantissimo nella vita degli altri. Non è meraviglioso?