Stemmings è un blog collettivo che raccoglie saggi brevi su design e tecnologia, con un approccio narrativo lineare e slow molto raro di questi tempi. Leggendone i post, ho avuto modo di ritrovarmi in quel clima di web readings più meditato e rarefatto in uso nei primi anni del 2000 (penso ad esempio a The Fray, ma anche a molti blog della prima ora), con una particolare attenzione a grafica e tipografia, lontano dalla frenesia che molti di noi vivono su Facebook e Twitter.
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Com’era prevedibile, le controverse affermazioni del Presidente della Camera Laura Boldrini sulla necessità di una discussione senza tabù sul tema del controllo del web hanno scatenato nei giorni scorsi una “cavalleria pronta alla carica” (cit. Zambardino) che non riepilogherò perchè Fabio Chiusi l’ha già fatto molto bene. Aggiungerei solo l’odierna riflessione di Saviano su Repubblica, che merita la lettura comunque la si pensi.
A prescindere dalle questioni di diritto della rete, su cui altri si sono espressi molto meglio di come potrei far io, provo ad aggiungere qualche riflessione “geospaziale”.
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Nel 1988 valeva la pena sdraiarsi a dormire nei corridoi dei treni rapidi per andare in Europa. L’aereo costava caro, e l’inter-rail aperta rendeva possibile a noi non-ancora-ventenni girare senza limiti in quelle terre sconosciute. E noi volevamo andare a Berlino.
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Uno spettro si aggira nel mondo della progettazione web. Si chiama Responsive Design, e per ora è derubricato a “mania da smanettone”, almeno finchè un media generalista non deciderà di farne un titolo a quattro colonne. In queste poche righe vorrei provare a spiegare fuor di tecnica (che puoi approfondire qui, se ti interessa) cos’è, e perchè non dovrebbe essere ignorato dai media online.
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Da molti anni, a memoria da una decina o quasi, si discute del conflitto tra blogger e giornalisti. In qualche caso si è archiviato il tema con (intelligente) ironia, in qualche caso sono state fatte riflessioni profonde, ma se la vicenda delle affermazioni dell’Annunziata sui blog (dell’Huffington in particolare) ha riacceso gli animi vuol dire che il tema continua ancora ad essere irrisolto. Forse proprio perchè ancora una volta mal posto. Per questa ragione, ho trovato molto intelligenti le considerazioni di Luca, che scrive:
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Nel suo editoriale di oggi su La Stampa, riferendosi alla campagna elettorale americana, Gianni Riotta presenta Big Data (nome proprio, maiuscolo), come una “nuova tecnica di analisi e ricerca di umori ed opinioni degli elettori”
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Possono convivere il “paese per startup” e il paese di Sulcis, Ilva, Fiat, Finmeccanica e delle migliaia di operai a rischio lavoro? Ci pensavo oggi, leggendo il post di Luna sull’ISDAY, e sui volti da startupper.
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Anche per ragioni personali, sono rimasto molto colpito dalla vicenda di Salvatore Iaconesi, colpito da un tumore al cervello, che ha deciso di rendere pubblici in formato open data tutti i suoi dati clinici per ricevere contributi utili per la sua Cura Open Source. Mi colpisce profondamente il coraggio di mettere in condivisione a questo livello di dettaglio informazioni così sensibili, anche per la valenza – lasciatemi dire – “politica” della scelta.
LeggiL’8 settembre del 1966 veniva trasmessa su NBC “The Man Trap”, la prima puntata della cosiddetta serie classica di Star Trek. Google oggi celebra l’evento con un Doodle interattivo ispirato ad una delle più celebri puntate della serie, “Arena”, in cui il capitano Kirk è costretto dai Metrons a battersi con armi rudimentali contro un Gorn. E io ne ho ricavato uno storyboard 🙂

Ho dato una scorsa veloce al PDF delle bozze del decreto Agenda Digitale Italiana, rilasciato ieri da Techeconomy, la cui lettura approfondita non è ovviamente agevole senza confronto con le leggi che si propone di emendare, e senza essere avvezzi al linguaggio. Non entrando quindi troppo nel merito, e al netto di aspettative clamorose (continuo a pensare che è meglio mezzo passo avanti che sette indietro), mi pare si profili una particolare attenzione alla sburocratizzazione per la realizzazione di opere infrastrutturali, l’introduzione di nuovi (per noi) concetti relativi alla digitalizzazione scolastico/universitaria e sanitaria, e il sostegno a progetti di ricerca di interesse nazionale. Da qui all’attuazione il passo è tutto tranne che breve, ma tant’è: meglio mezzo passo, eccetera.
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